Ho sempre amato la letteratura e la saggistica, ma oltre i libri cinofili quelli che più attiravano la mia attenzione erano i libri di sociologia; ho mostrato fin da giovanissimo un’attrazione per gli studiosi che ponevano in essere esperimenti sociali per poi analizzarli ed arrivare, infine, a un risultato. Mi rendo conto, ora che ho abbastanza capelli bianchi, che quei libri plasmavano la mia forma mentis ed effettivamente sovente, anche senza razionalizzarlo, mi trovo a fare degli esperimenti sociologici per trarne mie conclusioni.

Mi è capitato di fare qualcosa di simile anche “vittimizzando” mia sorella!

Bene, dopo aver pranzato a casa sua, e dopo che le mie nipoti mi privarono letteralmente di qualsiasi energia, crollai sul divano a braccia aperte facendo zapping sul cellulare, con la vana speranza che quel movimento isterico delle dita sullo screen potesse aiutare la digestione. Il mio apparato digerente continuò inesorabilmente a essere lento, ma nel tanto balzò ai miei occhi una foto di almeno 5 anni prima che ritraeva le mie nipoti giocare nei box per bimbi, quelli alti con la rete per intenderci. Mostrai la foto a mia sorella, la madre delle piccole, e intenerita disse qualcosa del tipo “come erano piccole” apostrofandole con qualche vezzeggiativo. Da quelle foto scattò in me il piccolo sociologo incompreso.

Con una scusa, poco dopo, chiesi a mia sorella di accompagnarmi all’auto per recuperare alcune cose dal bagagliaio. Arrivati alla mia auto, aprii il portellone dell’auto e a pancia in su, mezza intontita e assonnata, la mia cagna ci guardava dal basso del kennel con un’espressione che sembrava dire “era necessario fare entrare tutta questa luce, non vedete che sto dormendo cribbio!”. Mia sorella, prima fece un salto indietro, in quanto non si aspettava di trovare una bestiola nella mia auto, e poi disse qualcosa del tipo “ma non soffre lì dentro? Mi fa una pena”. Sorrisi, e in due parole cercai di farle capire il mio pensiero.

Non le chiesi nulla, ma  avrei voluto conoscere da lei quali fossero le motivazioni per le quali scindeva empaticamente due situazioni che sostanzialmente erano uguali: cane in kennel e bimbe nel box.

Nella sostanza i due strumenti non hanno assolutamente nulla di diverso ma, nella forma, un cane in kennel suscita emozioni differenti e sempre negative rispetto alla visione di due gemelline che giocano in un box per bimbi.

Questo aspetto è il più grande problema che impedisce, a gran parte dei proprietari, di utilizzare questo strumento che noi Dell’Agoghè riteniamo fondamentale, probabilmente anche più del guinzaglio e del collare.

Dopo questa premessa è necessario spiegare quale possa essere la tesi che dovrebbe convincerci che l’utilizzo di questo strumento è essenziale, per la sicurezza, per l’equilibrio mentale del cane e, ancora una volta, PER IL RAPPORTO.

 

1) SICUREZZA

Analizzerei molto rapidamente il discorso, in quanto la questione già di per sè è intuitiva. Avere un cane in auto senza protezione, significa trasformarlo in un proiettile che spara fuori dall’abitacolo in caso di incidente autostradale, lasciare un cucciolo di pochi mesi in casa libero per ore e ore significa rischiare che possa rosicchiare mobili, ingoiare calzini e, peggio, mordicchiare fili elettrici (per non parlare del rischio, per voi, se il vostro cucciolo mangia la scarpa col tacco preferita di vostra moglie! O se nasconde le pantofole di vostro marito!).

Passiamo ora al secondo aspetto:

2) L’EQUILIBRIO MENTALE

Non tutti i cani sono uguali. Per morfologia, carattere, temperamento e via dicendo. A volte anche nelle stesse cucciolate abbiamo caratteri totalmente differenti, anche tra noi umani è cosi. Se analizzo la mia famiglia, vedo due sorelle belle, eleganti e raffinate, con un carattere dolce e affabile e poi…ci sono io (sic!). Stessi genitori, ma tre figli molto diversi.

Queste distinzioni, nei cani, portano a soggetti che reagiscono a determinati stressori in maniera differente. Ad un rumore forte c’è il cane che scappa, il cane che si rifugia sotto i piedi dei proprietari, cani che, curiosi, vanno a ispezionare e altri ancora che vanno verso il rumore con fare aggressivo, ma ne potremmo elencare ancora.

Senza analizzare tali comportamenti, quello che deve interessarci è che in alcuni casi è necessario tutelare il nostro cane in presenza di segnali che, se letti a dovere, fanno intuire che il cane è in forte difficoltà. Senza sforzarci con la fantasia, andiamo a un’expo canina e vedrete che ci sono svariati cani che preferiscono rintanarsi in kennel invece che stare a “piede libero” e doversi confrontare, nei corridoi, nei ring, nel parcheggio, con i propri simili e, più in generale, con una quantità di stimoli (visivi, uditivi e olfattivi) troppo stressanti. In questo caso il kennel è vera magia tanto che, parafrasando qualche mio collega, potremmo dire che non chiudiamo il cane in kennel ma chiudiamo il mondo fuori dal cane. In questa maniera tuteliamo nella maniera più semplice possibile la tranquillità mentale del nostro cane. Qualcuno, andando in scia dell’esempio, potrebbe obiettare che non frequentano i circuiti espositivi ma a quel punto potrei fare altri duemila esempi, uno su tutti il caso in cui suonano alla porta e il nostro cane inizia a abbaiare, piangere, e fare altre mille cose. Comportamenti simili, molto spesso, sono solo espressione di una cattiva gestione del cane, problemi di rapporto e tante altre cose, ma altre volte è solamente espressione di un disagio, il cane in quelle occasioni non sa come gestire l’entrata di persone in casa e mostra tutti quegli atteggiamenti che spesso vengono liquidati con un “è felice di vedervi”, “vuole fare il capobranco”. Queste problematiche non vogliamo risolverle con il kennel, anzi sarebbe sbagliato, bisogna infatti aiutare il cane con il lavoro, alias addestramento, ma il trasportino può proprio venirci in soccorso nella fase iniziale di questo lavoro. Ci può, infatti, aiutare a isolarlo nella fase iniziale dell’addestramento quando il protocollo addestrativo applicato è ancora in fase di “messa a punto” e ancora non ci permette di raccogliere i primi frutti. Qui il kennel è manna caduta dal cielo, perché permette di “prendere tempo” e evitare che nelle more dei primi effetti positivi dell’addestramento il cane continui a peggiorare fino a entrare, nei casi più gravi, in circoli viziosi di cui non si esce più, o quasi più.

 

Arriviamo alla terza motivazione:

3) IL RAPPORTO

Eh già, qui avrei bisogno di scrivere un manuale, ma nel tanto credo che già il 70% dei lettori si sia addormentato al primo punto: quindi devo spicciarmi!

Chi di voi lettori, in questo momento, ha un cucciolo per casa? Quanti di noi ricordano i disastri e le bombe atomiche esplose in casa quando il nostro cane era cucciolo? Tra miei cani e quelli dei clienti potrei fare un libro intitolato “io speriamo che me la cavo”, in versione cinofila, dove riempirei di parole fogli su fogli di marachelle più svariate dei nostri cuccioli. A volte stare dietro un cucciolo è veramente difficile, soprattutto per alcune razze particolarmente attive come un Border o un Malinois, o per razze molto primitive come Clc o Malamutes, che hanno la capacità di capire velocemente come aprire le porte, rompere il pacco di crocche e/o come accendere le sigarette e come fumare. Anche in questo caso bisogna educare il cane, bisogna aspettare che cresca un po’ e i problemi andranno a attenuarsi ma che fare durante la fase di formazione? Passa troppo tempo, e ancora una volta il kennel ci viene in soccorso. Attenzione, non sto ripetendo le argomentazioni sulla sicurezza ma sto provando a introdurvi un’informazione più sottile.

Sono di quegli addestratori che dicono che nei primi tre/sei mesi dall’arrivo a casa del cucciolo, bisogna vivere letteralmente in funzione del cane, educarlo come si deve e spendere ogni secondo libero della nostra vita per loro. Se questo percorso è stato fatto secondo i sacri crismi, il rapporto con il vostro cane vivrà quasi di rendita nel senso che poi basteranno ancora qualche piccolo “make-up” nell’educazione che date al vostro cane per rendere il rapporto con lui eccezionale e per avere la possibilità di vivere qualsiasi momento della vostra vita con lui senza avere problemi di sorta (al bar, in spiaggia, in viaggi lunghi ecc ecc). Per fare questo, bisogna lavorare nella prima fase in “apertura”, questo significa che bisogna ridurre al minimo le possibilità di conflitto nella fase iniziale della costruzione del vostro rapporto. Tradotto in pratica, ma ai soli fini di questo articolo, bisogna stargli dietro, giocarci, occuparsi della sua salute, insegnargli a comunicare con voi e a leggere la vostra comunicazione, farlo esprimere e evitare SOPRATTUTTO di chiedergli sempre obbedienza. Alzate il dito, quanti di voi hanno incontrato per strada il classico proprietario che chiama il cane, gli chiede dodicimila volte il comando seduto per poi rimpinzarlo di qualche biscotto ipercalorico? E su ditemi, il biscotto è o non è seguito dalla fastidiosissima pacca sulla testa a titolo di “bravo”? State ridendo, lo so. Questi lavori e altri similari sono pesanti per il cucciolo, sono noiosi, ammazzano ogni stimolo di iniziativa e soprattutto iniziano a creare una piccola crepa nel vostro rapporto infatti, nella migliore delle ipotesi, il cane inizierà a evitarvi: perché siete pesanti come il piombo.

Lo stesso effetto lo produciamo quando siamo in casa e continuiamo a dire NO al nostro cane. “Bobby non toccare”, “Bobby non mordere”, “Bobby non prendere la scarpa”, “Bobby lascia la gamba del postino”, “Bobby ti ho detto di scendere dal lampadario”. Cosa dobbiamo fare? Permettergli tutto questo? Assolutamente no, ai “no, ferma e basta” necessari bisogna però poi ridurre al minimo la possibilità di inibirlo ulteriormente e questo si fa proprio grazie al kennel. Da un lato dobbiamo dargli un’alternativa a quello che sta facendo: quando lo vediamo in procinto di porre in essere tutto il repertorio di giochi, possiamo preventivamente offrirgli un gioco in pelo o una pallina, di tanto in tanto possiamo proporgli qualche esercizio di obbedienza premiandolo con il gioco invece del solito asettico cibo, e poi quando materialmente non riuscite a stargli dietro perché siete molto impegnati lavorando al pc, o perché siete a telefono o preparando qualcosa di complesso in cucina, prendete il vostro cucciolo e lasciatelo riposare nel kennel. Perchè proprio in queste fase di forte distrazione del proprietario che vengono “elargiti” una quantità di comandi “inibitori” senza senso e mentalmente sfiancanti. A questo punto, è facile intuire perché affermo che il kennel salva il rapporto: non rovinate il rapporto con quella serie di NO dei quali, in alcuni casi, il cane non capisce né la motivazione né l’oggetto, il comportamento cioè che non deve ripetere. Immaginate un vostro figlio che è super nelle discipline sportive, bravissimo a scuola e super in famiglia, immaginate proprio un figlio modello. Lo state immaginando? Bene, cosa succederebbe se nonostante fosse perfetto in tutto voi lo pressaste chiedendogli di non mettere i piedi sulla sedia quando studia, di non poter uscire la sera con gli amici o di non poter saltare un giorno la scuola perché magari non si sente preparatissimo per un’interrogazione? Dopo un po’ create una rottura importante con vostro figlio, che in casa cercherà di evitarvi per ridurre la possibilità di essere sottoposto a continue richieste, inizierà a mentirvi dicendovi che è da un amico a studiare quando in realtà è al parco a giocare a calcio con gli amici e così via. La troppa pressione, la mancanza di spazi dove il cucciolo può divertirsi e in alcuni casi “sfrenarsi” è paragonabile all’esempio appena descritto sopra per un vostro ipotetico figlio.

Quindi, usate il Kennel!

Concludo infine, rispondendo alle classica domanda che mi pongono i clienti di campo e del negozio: “Meglio kennel in ferro, in plastica o in tessuto?” Escludo a priori l’utilizzo di quest’ultimo soprattutto se utilizzato in auto, in quanto la funzione sicurezza è molto trascurata.

Propenderei per quelli in ferro o in plastica, ma tra i due preferisco il primo in quanto danno più spazio visivo al cane e a noi per il controllo, sono pieghevoli e quindi meno ingombranti quando non sono utilizzati e in più costano, in proporzione alle misure, di meno.

Vi state chiedendo quando arriva il punto in cui parlo di come far sì che il vostro cane si lanci dentro al kennel pazzo di gioia? Per oggi direi che ho già intrattenuto a sufficienza quanti di voi sono arrivati a leggermi fin qui… alla prossima puntata!

Finaldi Salvatore